Maltrattamento animali, in arrivo pene più severe

Maltrattamento animali, in arrivo pene più severe

Modifiche da introdurre nel Codice Penale

Si interviene anche sulla pena pecunaria: l'importo resta quello attuale, da 5mila euro fino a 30mila euro, ma non sarà più alternativa al carcere bensì in aggiunta.

sanitaveterinaria.com – Roma: Riprende l’impegno di Michela Vittoria Brambilla a favore della difesa deglli animali. Questa volta con una proposta di legge sul maltrattamento degli animali che chiede pene più severe per i colpevoli di questi atti criminali.

Il testo presentato è pensato per modificare il Codice penale e prevede fino a sei anni il carcere per i casi più gravi.

Maltrattamento animali, le modifiche in discussione

In quanto presidente dell’intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la difesa dell’ambiente, Michela Vittoria Brambilla è prima firmataria di una proposta che trasforma il reato di abbandono in maltrattamento. Inoltre si innalzano i limiti di pena: l’uccisione di animali passa dalla attuale pena prevista tra quattro mesi e due anni a un minimo di due anni fino a un massimo di sei. Sorte analoga per chi si macchia del reato di maltrattamento: la pena non sarà più compresa fra 3 e 18 mesi, ma andrà da uno a cinque anni di reclusione.

Infiine, l’intervento interessa anche la pena pecunaria. L’importo resta quello attuale, che parte da un minimo di 5mila euro fino a 30mila euro per i casi più gravi di atti crudeli verso gli animali, ma cambia il concetto alla base; non sarà più alternativa al carcere come è ora, bensì in aggiunta.

Cibo avvelenato, ora è nel codice penale

La proposta di odifica di legge introduce anche un altro elemento interessante, soprattutto alla luce di eventi di cronoaca purtroppo ancora molto attuali. Si parla del rischio cibo avvelenato, un gesto crudele che mette a rischio la sopravvivenza dei cani quando apsseggiano con i loro padroni.

La richiesta presentata dall’intergruppo parlamentare è quella di introdurre  le norme contro esche e bocconi avvelenati direttamente nel Codice Penale; una novità, dal momento che attualmente tali idicazioni sono oggetto semplicemente di  una ordinanza ministeriale.

 

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